Assolegno risponde
Gli esperti al servizio del settoreStatica e calcolo
Tecnologia e prodotti
Fisica tecnica
Marcatura e certificazione
#Normativa #Materiali da costruzione
Quali sono i limiti di ammissibilità riguardo l'umidità per le forniture di legno massiccio strutturale?
Siamo un centro di lavorazione e ci è stato chiesto di fornire in cantiere un copertura di legno massiccio pretagliata. Sulla base delle dimensioni indicate nel progetto strutturale, i nostri fornitori ci garantiscono soltanto la consegna di legno massiccio classificato non essiccato. Abbiamo segnalato la cosa al Direttore dei Lavori, che ha sollevato questioni riguardo la posa in opera di legno non secco alludendo a limiti sull'umidità massima ammessa. Da ns esperienza, non abbiamo mai avuto problemi con il legno non essiccato e stavamo valutando la possibilità di stagionare gli elementi nel ns capannone prima della fornitura. Cambia qualcosa?
Risposta a cura di Matteo Izzi, Conlegno
Pubblicato il 14/11/2023
Al fine di rispondere a tale quesito appare innanzitutto utile sottolineare che la EN 14081-1:2005+A1:2011 (la specifica tecnica armonizzata rispetto alla quale viene apposta la marcatura CE sul legno massiccio a sezione rettangolare) consente di certificare sia segati "classificati essiccati" che non essiccati.
Nel caso di un lotto di segati "classificati essiccati", il fabbricante (ovvero il soggetto che immette per la prima volta il prodotto finito sul mercato e appone la marcatura CE) garantisce che gli stessi abbiano una umidità media pari o inferiore al 20% e che nessun elemento abbia una umidità superiore al 24%. L'essicazione di tali elementi viene tenuta in conto durante i processi di classificazione, considerando i limiti su fessurazioni da ritiro e deformazione dati dalla regola di classificazione applicata, e viene dichiarata in sede di certificazione indicando sull'etichetta di marcatura "dry graded" (o equivalente).
Di conto, nel caso di un lotto di segati non essiccati, le situazioni possono essere due: elementi ottenuti da "legno verde" (legname appena abbattuto) o da materia prima stagionata all'aria (tondame che, dopo l'abbattimento, ha trascorso un periodo di tempo in piazzale prima della squadratura). In entrambe le situazioni, classificando gli elementi come non essiccati, il fabbricante non è tenuto a verificare l'umidità degli elementi in sede di classificazione e non considera la presenza di eventuali fessurazioni da ritiro e le deformazioni, non essendo tali aspetti valutabili in maniera esatta. Tali aspetti potranno eventualmente manifestarsi in opera, quando gli elementi forniti raggiungeranno l'equilibrio igroscopico con l'ambiente di posa.
Nel vostro caso, non essendo qualificati come "fabbricanti" di legno massiccio strutturale ma come "centro di lavorazione", siete unicamente abilitati ad acquistare segati già certificati e ad effettuare le lavorazioni locali necessarie per dar loro la configurazione finale che avranno in opera. In ogni caso, a prescindere che la lavorazione sia fatta subito dopo l'arrivo della fornitura in stabilimento o dopo mesi, il materiale classificato essiccato rimane certificato "classificato essiccato" (tenute in conto delle necessarie procedure di stoccaggio che evitino variazioni eccessive di umidità), mentre il materiale certificato non essiccato non guadagna in alcun modo lo status di "essiccato" e tutt'al più può essere fornito in cantiere indicando (nella bolla di accompagnamento) una "stagionatura all'aria" che però non ha alcuna influenza sulle caratteristiche meccaniche.
Appare utile sottolineare che l'utilizzo di legno massiccio strutturale non essiccato è ammessa dalle NTC 2018, che al par. 4.4.15 recitano:
"Il legno, i componenti derivati dal legno e gli elementi strutturali non dovranno di regola essere esposti a condizioni atmosferiche più severe di quelle previste per la struttura finita e che comunque producano effetti che ne compromettano l’efficienza strutturale. Prima della costruzione o comunque prima della messa in carico, il legno dovrà essere portato ad una umidità il più vicino possibile a quella appropriata alle condizioni ambientali in cui si troverà nell’opera finita. Qualora si operi con elementi lignei per i quali assumano importanza trascurabile gli effetti del ritiro, o comunque della variazione della umidità, si potrà accettare durante la posa in opera una maggiore umidità del materiale, purché sia assicurata al legno la possibilità di un successivo asciugamento, fino a raggiungere l’umidità prevista in fase progettuale senza che ne venga compromessa l’efficienza strutturale."
Come evidenziato dall'estratto che precede, l'obiettivo del Legislatore è quello di garantire la coerenza tra le condizioni di fornitura e quelle di posa sia in termini di conservazione (...non dovranno essere esposti a condizioni atmosferiche più severe...) che di eventuale stagionatura all'aria (...il legno dovrà essere portato ad una umidità il più vicino possibile a quella appropriata...). Viene tuttavia ammessa la fornitura di legno umido (ad es. il legno verde sopracitato), purché sia possibile garantire il raggiungimento delle condizioni di equilibrio igroscopico una volta posato in opera. Questo è il caso delle coperture o dei solai di interpiano che rimangono a vista, come quello che vi apprestate a realizzare.
Solo nel caso dei sistemi che non più ispezionabili, come le pareti a telaio ed i solai scatolari, la Circolare esplicativa al §C11.7.10.2 indica:
"In relazione ad elementi lineari o planari che devono essere incorporati in pacchetti costruttivi atti a definire la stratigrafia di strutture opache orizzontali, verticali e coperture assemblate in situ, non ventilati, il Direttore Lavori è opportuno che provveda ad assicurarsi che l’umidità degli elementi portanti al momento della chiusura della stratigrafia interessata sia inferiore o uguale al 18%. Tale controllo dovrà interessare almeno il 10% del materiale strutturale fornito ed essere uniformemente distribuito su tutta la fornitura messa in opera."
Come evidenziato dall'estratto precedente, solo nel caso degli elementi che non sono più ispezionabili (non ventilati) il Legislatore ha introdotto un controllo sull'umidità massima, da svolgere a cura del Direttore dei Lavori in sede di accettazione in cantiere. Viceversa, se gli elementi rimangono ispezionabili è possibile ammettere una umidità maggiore purché (come indicato negli estratti sopra) ci sia la possibilità di stagionare in opera