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Come intervenire nel caso di un pilastro che presenta delle fessure da ritiro?
Un cliente mi ha chiamato perchè i pilastri 16 x 16 in legno massiccio della sua tettoia per auto sono fessurati verticalmente. Come intervenire? Mediante una cerchiatura con nastri d'acciaio? Come dimensionarla? O altro?
Risposta a cura di Maurizio Follesa, dedaLEGNO
Pubblicato il 18/07/2022
Le fessure da ritiro nel legno massiccio contenente il midollo sono un fatto inevitabile dovuto al ritiro e rigonfiamento. In particolare, la formazione della fessura da ritiro (generalmente una principale ampia che va dal midollo alla corteccia ed eventualmente altre di minor entità ma sempre tutte radiali) è dovuta al fatto che il ritiro tangenziale è maggiore di quello radiale, e pertanto alla perdita di umidità dell’elemento corrisponde una diminuzione del diametro del tronco ed una distorsione della sezione in quanto il ritiro dell'anello è circa doppio rispetto al ritiro del raggio. Le sezioni ricavate senza includere il centro del tronco (cosiddette "fuori cuore") non formeranno la fessura principale da ritiro ma subiranno solo una distorsione ed eventualmente fessure secondarie. Nelle regole di classificazione sono generalmente ammesse sempre se non passanti e con alcune limitazioni se passanti.
Le fessure da ritiro seguono la fibratura e pertanto ne denunciano l'inclinazione rispetto all'asse della trave e generalmente compaiono su di una sola faccia della trave e sono concentrate nella mezzeria di una delle facce più grandi.
Meccanicamente le fessure da ritiro sono un indebolimento solo nei confronti della resistenza a taglio della sezione; tuttavia, le norme di calcolo (Eurocodice 5 e NTC 2018) tengono in considerazione tale indebolimento nelle verifiche di sicurezza a taglio riducendo opportunamente la sezione mediante un coefficiente inferiore all’unità (generalmente 2/3). Le fessure da ritiro sono un fatto fisiologico che generalmente non deve destare preoccupazione; tuttavia, in alcuni casi possono diventare problematiche, ad esempio quando l’elemento è affetto da fessure su due facce e queste si incontrano dividendo in due la sezione oppure quando queste passano lo spigolo determinando una vera e propria rottura.
Quindi a meno che non si ricada in uno dei casi sopra menzionati non è necessario alcun intervento, a maggior ragione in una tettoia per auto dove i carichi verticali sono di modesta entità. In ogni caso, anche se si presentassero delle vere e proprie rotture, caso abbastanza raro, qualsiasi intervento di “rinforzo” meccanico che avesse come scopo quello di contenere l’apertura delle fessure, causerebbe unicamente stati di coazione che porterebbero all’apertura di nuove fessure che potrebbero portare ad ulteriori rotture nell’elemento se concorrenti con la precedente. Assolutamente da sconsigliare anche la stuccatura delle fessure in elementi contenenti il midollo, a maggior ragione se effettuata con stucchi rigidi, per due ordini di ragioni: il primo è che a causa dei movimenti continui dovuti al ritiro e rigonfiamento lo stucco dopo poco tempo non aderirebbe più al legno e il secondo è che una stuccatura effettuata con un materiale rigido avrebbe un “effetto cuneo” che causerebbe un possibile ampliamento della fessura quando la sezione è soggetta a rigonfiamento e la fessura tende quindi a richiudersi trovando l’ostacolo dello stucco rigido, causando potenziali danni meccanici. Pertanto, l’unica soluzione possibile nei casi abbastanza rari di vera e propria rottura meccanica, è la sostituzione dell’elemento.