Come sempre la risposta corretta è "dipende"! Potrei dirle che i tecnici da lei interpellati hanno entrambi ragione, perchè entrambe le soluzioni possono essere adottate a seconda delle "condizioni al contorno" in cui l'edificio viene realizzato quali clima, tipologia impiantistica, conformazione dell'edificio, etc.

Il concetto base che va inteso è che la tenuta all'aria di un edificio è un requisito globale e non demandato a soltanto ad alcuni elementi (ad esempio le pareti): è per questo che la tenuta all'aria è un parametro che viene misurato piuttosto che soddisfatto solo attraverso schede tecniche e valori tabellari. Certamente è fondamentale che tutti gli elementi assicurino valori di permeabilità all'aria adeguati e tra questi pareti e solai giocano un ruolo prioritario. Anche le interferenze tra elementi impiantistici e strutturali con l'involucro termico sono altrettanto importanti.

Quindi seppur sia vero che entrambe le soluzioni da lei prospettate siano valide, è altrettando vero che entrambe le soluzioni da sole, non bastano a garantire la tenuta all'aria dell'edificio.

Venendo però allo specifico della soluzione per la parete, è realtà che molte carpenterie (per comodità) utilizzano direttamente il pannello XLAM come elemento di tenuta all'aria e di freno vapore (fare attenzione che non sono la stessa cosa). Se l'edificio è a telaio, spesso vengono utilizzati i pannelli OSB con tale funzione : in entrambi i casi (XLAM o OSB) vanno però curate le giunzioni sia in verticale che orizzontale, inserendo nastri e guarznizioni autoespandenti tra i pannelli (parete-parete e parete solaio).

Mentre per un telo freno vapore la prestazione di tenuta è scritta "nero su bianco" (è la sua funzione), per un pannello XLAM la prestazione di permeabilità all'aria va ricercata nelle schede tecniche DoP e comunque sempre richiesta al fornitore. Tale valore è determinato con la norma UNI EN 12207:2017 che definisce cinque classi, dalla 0 alla 4; la migliore è la Classe 4, che identifica un elemento con un’ottima tenuta all’aria. Si capisce che la classe del pannello dipende dalle sue caratteristiche costruttive ( a 3 strati o 5 strati) e anche dalla cura e qualità degli assemblaggi e dal tipo (qualità Non a vista (NSI); qualità a vista industriale (ISI); qualità a vista residenziale (WSI)). In genere si possono considerare come strato ermetico solo pannelli x-lam a 3 strati della qualità ISI o WSI e pannelli con 5 o più strati.

Oltre al valore di permeabilità all'aria, il pannello ha un suo valore di resistenza alla diffusione del vapore Sd che varia solitamente dai 25 ai 50 secondo la norma EN 12524.

Con queste prestazioni un pannello XLAM svolge di fatto le stesse funzioni di un buon telo, rendendolo di fatto superfluo. Ma personalmente la funzione del telo, come detto precedentemente, può risultare fondamentale in tutte quelle singolarità dove il pannello soffre, quali attraversamenti impiantistici o elementi metallici di fissaggio (hold-down e similari). Inoltre, nel caso di test di tenuta all'aria non soddisfacenti, risulta più immediato e facile individuare delle perdite in un telo che delle perdite diffuse in un pannello XLAM. Un'altro punto a favore del telo è che la prestazione di resistenza alla migrazione di vapore può essere scelta in funzione del tipo di coibentazione esterna (più o meno alta) per tutelarci su eventuali condense interstiziali. Con il pannello il valore è fissato e quindi la verifica che si può fare è unica.

In conclusione, un pannello XLAM con le opportune (e verificate) prestazioni, può fare a meno di un telo freno vapore sul lato interno, ma il telo, in certe situazioni, ha vantaggi che il solo pannello non garantisce. Nulla vieta di utilizzare il telo solo in determinati elmenti (ad esempio in copertura) lasciando le pareti libere, magari frunedo dalla bellezza del legno a vista.