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Attacco di termiti
Ho subito un attacco di termiti sotterranee su un pavimento in parquet di rovere prefinito incollato. Ho fatto intervenire una ditta specializzata in disinfestazione che ha utilizzato il termidor iniettandolo attraverso i giunti di dilatazione laterali/perimetrali essendo il parquet incollato. A distanza di circa un mese ho notato nuove macchie nelle parti più centrali del pavimento, come se la colonia disturbata dalla barriera chimica si fosse spostata verso il centro della superficie. Le mie domande: avendo un tetto con travi in castagno uso fiume ed il soffitto in tavolato di castagno da 3,5 cm ci sono probabilità che l'attacco possa arrivare fino al soffitto? Nel caso è consigliabile la rimozione del parquet e la sostituzione con altra pavimentazione; tale soluzione fugherebbe ogni possibile attacco futuro?
Risposta a cura di Massimo Del Senno, Esperto Tecnologia del Legno
Pubblicato il 02/01/2020
l principio attivo dell’insetticida citato (“Termidor”) è il fipronil, conosciuto anche come fluocianobenpirazolo, un insetticida ad ampio spettro che disturba l'attività del sistema nervoso centrale dell'insetto impedendo il passaggio degli ioni cloruro soprattutto attraverso i irecettore del Glut-Cl. che non esistono nei mammiferi.
Si tratta di un veleno a lenta attività d'azione, l'insetto avvelenato non muore istantaneamente ma ha il tempo di ritornare alla colonia o nella tana, trasportando quantità di antiparassitario residuo sufficiente per uccidere altri insetti nello stesso luogo nel quale gli insetti si rifugiano. L’obiettivo, nel caso delle termiti sotterranee è l’attacco della “sede” della colonia, da cui si muovono le operaie, cercando di ottenere l’eradicazione della stessa.
Se l’apparizione di “macchie” dopo il trattamento è collegabile a una ripresa dell’attacco di termiti allora l’intervento non aveva ottenuto l’effetto desiderato. Il problema è da sottoporre agli applicatori.
Anche se poi sarà raggiunta l’eradicazione della colonia, un nuovo attacco non è da escludere, anche rimuovendo il materiale preesistente. Un nuovo attacco potrà essere escluso solo ricorrendo a materiali trattati con opportuni preservanti e/o confinando mediante barriere meccaniche e/o chimiche.
Risposta gentilmente concessa da promo_legno