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Protezione di pilastri in legno dall'attacco di tarli.
Ho una tettoia in legno con travi e pilastri in lamellare (penso di abete). Faccio manutenzione ogni 2 anni per le parti esposte alle intemperie e sole (ho appena usato protettivo ad alta protezione, tenuta 8 anni, microporoso, idrofugo, anti U.V....ricco di resine poliuretaniche) Negli ultimi 4 anni ho subito piccoli attacchi da tarli (diciamo 1 buco l'anno), sulla parte bassa dei pilastri esterni esposti a sud. Avendo intenzione di chiudere la tettoia volevo chiedere se è utile (per la salute del legno) avvolgere interamente i pilastri nel muro di recinzione (h 90 cm). In tal caso sarebbe preferibile a diretto contatto con il cemento o con un filo di isolante? Sarebbe utile coprire i lati delle due travi esterne con lamiera di rame o zincata preverniciata (protegge ma non rende possibile manutenzione)? Ci sono dei consigli per prevenire ulteriori attacchi dai tarli?
Risposta a cura di Massimo Del Senno, Esperto Tecnologia del Legno
Pubblicato il 02/01/2020
L’apparire di fori di sfarfallamento (i “buchi”) evidenzia un’infestazione che era in corso da un tempo pari al ciclo vitale dell’organismo che li ha provocati che può essere identificato, in assenza di esemplari, tramite l’esame dei fori, considerandone il diametro, la forma (circolare o ellittica) e gli eventuali sfrangiamenti dei margini. Ciò premesso va sottolineato che le buone pratiche costruttive sconsigliano, assieme al contatto col terreno, l’annegamento di elementi di legno nel calcestruzzo. In tale situazione l’umidità (soprattutto quella risalita per capillarità) che raggiunga il 20% o peggio arrivi alla condensazione non dispone di una via di smaltimento ed è pressoché inevitabile l’attacco di funghi. Eventuali coperture in metallo come quelle ipotizzate possono essere utili per la protezione dalle intemperie se poste non a contatto con l’elemento ligneo, in questo caso invece in assenza di accorgimenti per evitare la condensazione si incorre nei rischi citati prima. Gli attacchi di insetti (se si usa una specie aggredibile anche nel durame, come l’Abete rosso) possono essere prevenuti solo con un trattamento che porti il principio attivo ad una profondità tale che le uova eventualmente deposte si schiudano nella zona protetta.
Risposta gentilmente concessa da promo_legno